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dono questo solo che li circonda, od anzi soli sè stessi, e non il complesso, la universalità Cristiana. Ma tutti questi gridalori non sono oramai ascoltati, e il gridar conlr’ essi sarebbe voce perduta. Nè s’ascoltano guari più coloro che gridano al pericolo non della coltura, ma derivante dalla coltura, che non potendo aver speranza di nuova barbarie dallo spegnersi, la sperano almeno dagli eccessi di essa. La coltnra non può aver eccesso ma solamente errori; non può perdersi in barbarie ma solamente in cattive vie; ma questi stessi errori, quese stesse cattive vie di lei non possono essere se non eccezioni temporarie o locali, non mai errori nè cattive vie della coltura Cristiana in generale. Fermaronsi o perdettersi le colture antiche in cattive vie, perchè erano incamminate in queste fin da’loro principii; ma la coltnra Cristiana, incamminata in buona via, non poteva nè può perdersi in niuna via cattiva non sua. Fermaronsi la coltura Indiana, e la Cinese, ristretta ognuna in una sola nazione ed nna sola lingua; e cadde la GrecoRomana, ristretta in due nazioni, in due lingue; ma non può fermarsi nè cadere una coltura sparsa in cinque o sei nazioni madri (oltre quattro figliuole), esercitata in cinque o sei lingne e su tutto il globo; guarentita da questa sua varietà e moltiplicità, guarentita da ot]p secoli, d’accrescimento, guarentita dalla stampa, od anzi da tutte le invenzioni, da tutte le condizioni della società Cristiana, passata nel sangue e nella vita di tutta questa. Bisognerebbe che cadesse la Cristianità perchè cadesse la coltura Cristiana. — se qualche pericolo rimanesse a questa, certo sarebbe da coloro che tentan dividerla contro all’andamento suo in tantp coltnre parziali e nazionali. Se alcuno meritasse ira per opinioni letterarie, certo sarebbero questi che tentan dividere ciò che si va componendo in si bel modo, che abusano del santo nome di patria contro il santissimo nome della Cristianità, e domandano non so quale inutile sagrifìcio di questo a quello.—Ma nemmen questi ultimi gridatori non sono guari pericolosi, e, non uditi, non meritano sdegno. La coltura Cristiana progrediente in estensione, in intensità, in unione, ci dispensa di rispondere alle loro vane profezie; e la patria nostra entrante anch’essa in quell’unione, ci di
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