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dogma storico cristiano; di riconfessare i tempi divisi in mezzo da Gesù Cristo, di vedere nella storia nmana dne sole grandi storie, la non cristiana od antica, e la cristiana. Oramai il dubbio non pare scusabile. La Cristianità.dura e vince; noi siamo in piena storia cristiana. In luogo di tanti eventi ’ annunziati terminatoli di lei, sono succeduti eventi confermatoli, estenditori, non più che svolgimenti dell’evento grandissimo. Non sono solamente i fatti passati che servano a j spiegare i presenti; i presenti pure spiegano talora i passati Non chiudiamo gli occhi nè agli nni nè agli altri; cosi solamente possiamo sperare di comprendere gli nui e gli altri fino al termine conceduto a nostra mente.—Del resto, quando la filosofia storica divide cosi l’intiera storia nmana, ella non fa se non riaccostarsi al senso comune de.lla Cristianità che prese da gran tempo per èra la nascita di Gesù Cristo; 1 ciò che fa la stessa scienza retrospettiva dell’antichità, nello studio della quale, il sa ognuno che v’abbia atteso, non è possibile oramai serbare niuna dell’ère antiche, nemmeno quella che non si può precisamente determinare della Creazione, ed è forza cosi partire indietreggiando dalla medesima èra di Gesù Cristo. Rivelazione, filosofia storica, senso comnne, oso volgare, uso, necessità di scienza, tntlo concorda, tntto guarda a Lni come a luce in mezzo ai tempi, dei tempi che precedettero e di quelli che seguirono.

IX. Or dunque, noi siamo per entrare nella meditazione di ciascuna delle due storie. Ma fermiamoci prima un momento ancora; non per coloro che abbandonandoci il passato e il presente perseverassero ad annunziar nell’avvenire quell’evento non avvenuto d’una religione nnova o filosofica, o d’un nuovo Cristianesimo, che avrebbe a dare nna terza grande èra alla storia del genere nmano. A questi io risponderei brevemente che l’assunto mio è di storia compiuta e non da compiersi; e che se io acconsentissi inai a seguirli nel campo delle congetture, ei non potrebbe essere se non dopo avere pienamente esplorato il campo de’ fatti adempiuti, e per trar chiara allora da questi la vanità delle

’ L’uso dell’ira volgare fu, come si sa, introdotto da Dionigi il piccolo, monaco del secolo VI, e diventò in breve universale.

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