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Quando i nuovi stadi orientali ne provvidero dell’altre e ringiovenirono quelle. Fu uuo di que’ progressi apparenti, da’ quali gli amici del progresso.vero si iasciano pur troppo talora abbagliare, e da’quali ei dovrebbon pure più che nessuno guardarsi; e perché quelli sviano e ritardan questo, e perché questo poi ne è calunniato, come responsale degli errori del falso fratello. Ad ogni modo, trovaronsi nelle compilazioni storiche de’ Cinesi, e ne’ libri sacri, ne’ poetici e nelle memorie astronomiche degli Indiani, quelle medesime migliaia di millenii; e appena trovate, si credettero; e credute, si credetter di nuovo quelle già dimenticate de’ Caldei e degli Egizii, e tanto più poi, quando parvero queste ultime confermate dalle scrittore e da monumenti egiziani nuovamente interpretati. — Ma che? progredita più veramente colle sue adiutrici la scienza cronologica, tutte quelle antichità sterminate trovaronsi non altro che: o periodi siderali fissati in tempi più o men moderni, e ricalcoiati retrospettivamente poi; ovvero miti religiosi e frammenti di quelle stesse cosmogonie già rigettate per loro assurdità; ovvero reminiscenze dell’età antediluviana, e forse anche delle tradizioni sui giorni, sulle età diverse delia creazione; ovvero non più che allontanamento della spiegazione cercata invano dalla mente umana all’incomprensibile principio dei tempi; e ad ogni modo e in tutti i casi, vanti gentilizi nazionali, comuni a tutte le genti o nazioni primitive, salva la sola ebraica. E quindi tutte queste decine e centinaia e migliaia di millenii furono rigettate da tutti i filosofi storici e non istorici, da tntti i critici e cronologi ed archeologi presenti, con tale nnanimità, che io domando licenza non fermarmivi ulteriormente, perché parrebbe inutilmente ed importunamente a’ più de’ miei leggitori.1 Ed io seguo in ciò l’esempio degli Inglesi sopra tutti; i quali essendo senza dubbio i migliori raccoglitori ed estimatori delle memorie antiche di quell’Asia ch’ei tengono ed esplorano oramai come propria podere, tutti sono costanti in quesl’uso, di accennare e passare su que’ vanti di nobiltà

’ Chi pur volesse veder raccolte le risposte fatte da molti à questi vanti nazionali orientali, le troverebbe nel citato Discorso preliminare di Duclot, Bible vengie, Lyon 1837.

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