< Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

avrebbe più tardi raggiunti i padroni a Napoli, e quella fissa per tutto l'anno ad Astianello.

La sera stessa si trovarono riuniti in cucina, attorno all'allegra fiammata del caminone. Drollino ci andò pure un momento, prima di recarsi a letto.

Nel crocchio si discutevano, naturalmente, gli ultimi avvenimenti di quella fortunosa villeggiatura.

— E la Russa? — chiese a un tratto il paggetto.

Il capo cuoco alzò una mano a livello del mento, e con una vivace smorfia soffiò rapidamente sul palmo.

— Andata! — soggiunse con un'espressione comicissima, come un prestidigitatore che fa scomparire una pallina di sughero.

E fu una risata generale.

Ma il paggetto maligno insistè:

— Per sempre?...

Il cocchiere alzò le spalle con un'aria da filosofo.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.