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suoi begli occhi azzurri, d'un azzurro carico di porcellana, come si fanno alle bambole. — Dopo tutto.... Sì, veramente.... dopo tutto....

Si addormentò un momento, come se quel pensiero gli avesse cantato la ninna nanna, scotendo ritmicamente la lunga poltrona americana sulla quale egli giaceva.

Si svegliò di botto, spaventato. L'idea della scelta torturava già la sua pigrizia. Simile a quel sibarita che sudava vedendo uno schiavo occupato a spaccar legna, egli si asciugava la fronte pensando alle venture perplessità del suo spirito quando si tratterebbe di decidersi. Già, prima di tutto, egli non aveva mai potuto soffrire le signorine, quelle modeste cifre incognite, quegli insipidi indovinelli ammantati di bianco, di celeste, di rosa, presso alle quali bisognava stare attenti alle proprie parole e agli occhi formidabili delle mamme. Ah! che cosa opprimente!

Un momento pensò a una vedova. Ma poi scosse la sua bella zazzera bionda.

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