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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Memorie del Cagliostro in Roveredo.djvu{{padleft:11|3|0]]infermità. Ed a quei, che dubitavano delle sue medicine diceva confidentemente: io vi perdono, perchè voi non mi conoscete. Similmente ancora sua moglie, la quale aggiungeva pure: mio marito risana tutti, eccetto che i morti. Questa poi non mai ammetteva donna in camera, nè donzella, nè alcuno. Ed andava tinta di belletto, che si chiama di cinque goccie. Ed era questo belletto notissimo agli Inglesi, perchè lo avea trovato Cagliostro, e col denato ricavatone avea dotate due figlie della vedova di un certo Centurione. Ed usandone cinque goccie, si spargea su tutto il volto con mescolanza assai buona, e il suo candora riusciva come di latte, ed il rosso quasi d’ametisto. E rivolto a Battista fratello di Nicola, disputava contro i medici, dicendo che ogni malattia proviene da due motivi: per la densità delle linfe, o per gli umori corrotti in ciascuno di noi. E non conosceva altra cagione. E di nuovo diceva a lui: chi dirigerà ovunque vorrà nell’aria il globo volante, che fabbricò il figlio dell’audacia? non si può dirigere questo globo, se non si toglie la rotondità, e nessuno vi pensa. Parlava poi Italiano e Francese, unendo per metà l’uno e l’altro linguaggio, ed era efficace nel suo dire. Ed al-