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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Memorie del Cagliostro in Roveredo.djvu{{padleft:18|3|0]]
IX.
Essendosi poi fatta notte, lo interrogarono alcuni, se fosse vero ciò, che si era sparso per tutto il paese, che in virtù d’una bevanda restituisce la gioventù agli uomini. E rispondendo negò, col dire: niente io ho a che fare colle dotte favole della figlia del Re de’ Colchi. Narrò poi quanto avea fatto in una nobil Donna, cui il timore della vecchiaja avea cagionata la frenesia; ed egli finse di darle una bevanda di eterna giovinezza, e l’opinione la risanò. E le altre Donne si rattristavano sentendo a dire, che non fossevi una tale bevanda, che rinnova, come speravano, gli anni giovanili. E gli uomini si prendevano giuoco di loro. Disse poi Cagliostro: anche i miei servitori per bizzarria fingono molte cose di me. Guardatevi dalle bugie di quelli, poichè tali uomini non possono in alcun modo essere raffrenati, perchè camminino rettamente nella via della verità. E una certa Donna nobile della città, taciuto il nome, mandò a dire a lui: Signore una certa Donna ha teco a discorrere di qualche cosa: vieni nel prossimo villaggio, e si troverà ivi, e ti onorerà, e la tua mercede sarà di dodici zecchini.