< Pagina:Memorie del Cagliostro in Roveredo.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
30

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Memorie del Cagliostro in Roveredo.djvu{{padleft:30|3|0]]istantanei di lui medicamenti è svanita, e svelò la vanità delle sue promesse, parte da questa; e così passa da paese in paese, e non vi è termine all’impostura di lui. Questa è poi la mania e l’ardore della sua volontà d’esser riputato il braccio della virtù, che vien dall’alto, e per questo gira e mari, e terre, e si rende medico d’ogni malore. Ma se in verità estirpasse tutti i languori, i Re, ed i Signori della terra prima d’ora l’avrebbero sforzato ad abitare fra i Ministri alle loro Corti? Ma molti, più giusti, resistevano a quei, che così parlavano. Si arrabbiavano poi con quello, che scriveva questi racconti, e credevano, che li scrivesse beffandosi. E chi scriveva queste cose, non lo disprezzava già, ma fedelemente narrava quanto aveva fatto in Roveredo, rendendone conto colla maggior semplicità del discorso. E il di lui discorso va secondo l’usanza degli Orientali nelle scritture Greche, le quali tradussero i Romani di parola in parola. Ed accadde, che un certo Prete essendosi accostato a Cagliostro disse a lui: ho questo e questo male, insegnami cosa far debbo per risanarmi. E gli insegnò. Ma di nuovo disse il Prete a Cagliostro: insegnami anche il rimedio per le malattie future: rispose Cagliostro

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.