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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Memorie del Cagliostro in Roveredo.djvu{{padleft:31|3|0]]disse a lui: se io ti avrò confessato i peccati, che feci, tu assoltomi mi licenziarai; se poi ti cercherò, che mi perdoni i peccati, che sono per fare, mi assolverai tu forse? il qual disse no; cui Cagliostro: ed io farò teco lo stesso. Ed ecco una nobil donna, la quale era venuta da Trento, e questa era sorda; e lo pregava, che la facesse sentire. Ed era insieme con essa il suo marito, ed udendo esso, disse Cagliostro alla donna: adempi questa condizione, e ti curerò. La condizione si è poi, che se ti risanerai facci palese per mezzo degli atti, che in tutte le settimane si pubblicano tra voi, in qual modo ti risanai: se poi non ti libererai dalla tua infermità, per mezzo degli stessi atti, pubblichi ad ogni vivente, che io sono un Ciarlatano. E stava ancora assistendo a Festo, e gustando le cose che lui venivan poste avanti, con ogni benignità.
XIII.
Eravi poi un certo uomo tra i primati, spirante livore contro Cagliostro, il quale in ogni gruppo di strade, e in piazza lo malediceva; e desso tentò il giovane, che scriveva queste