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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Metastasio, Pietro – Opere, Vol. IV, 1914 – BEIC 1885923.djvu{{padleft:201|3|0]]
dagl’insulti, o guerrieri; e si rispetti
d’Antigono la vita.
Antigono. Infausto dono
dalla man d’un nemico!
Alessandro. Io questo nome
dimenticai, vincendo. Hanno i miei sdegni
per confine il trionfo.
Antigono. E i miei non sono
spoglia del vincitor. Ma Berenice,
oh dèi! vien prigioniera. A questo colpo
cede la mia costanza.
SCENA VIII
Berenice fra custodi, e detti.
fra’ tuoi lacci, Alessandro, e ancor nol credo.
A’ danni di chi s’ama, armar feroce
i popoli soggetti
è nuovo stil di conquistare affetti.
Antigono. (Mille furie ho nel cor.)
Alessandro. Guardami in volto,
principessa adorata, e dimmi poi
qual piú ti sembri il prigionier di noi.
Ismene. (Infido!)
Antigono. (Audace!)
Alessandro. Io di due scettri adorna
t’offro la destra, o mio bel nume, e voglio
che mia sposa t’adori e sua regina
Macedonia ed Epiro. Andiam. Mi sembra
lungo ogni istante. Ho sospirato assai.
Antigono. Ah! tempo è di morir. (vuol uccidersi)
Ismene. (trattenendolo) Padre, che fai?