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Neocle.   (E il genitor non fugge!)

Temistocle. (Ecco il punto: all’impresa!) (si fa strada fra le guardie)
Neocle.   (Ah, padre! ah, senti!)
Temistocle. Potentissimo re. (presentandosi dinanzi al trono)
Sebaste.   Che ardir! (alle guardie) Quel folle
dal trono s’allontani.
Temistocle. Non oltraggiano i numi i voti umani.
Sebaste. Parti.
Serse.   No, no: s’ascolti.
Parla, stranier: che vuoi?
Temistocle.   Contro la sorte
cerco un asilo, e non lo spero altrove:
difendermi non può che Serse o Giove.
Serse. Chi sei?
Temistocle.   Nacqui in Atene.
Serse.   E greco ardisci
di presentarti a me?
Temistocle.   Sí. Questo nome
qui è colpa, il so; ma questa colpa è vinta
da un gran merito in me. Serse, tu vai
Temistocle cercando: io tel recai.
Serse. Temistocle! Ed è vero?
Temistocle.   A’ regi innanzi
non si mentisce.
Serse.   Un merito sí grande
premio non v’è che ricompensi. Ah! dove
quest’oggetto dov’è dell’odio mio?
Temistocle. Giá sugli occhi ti sta.
Serse.   Qual è?
Temistocle.   Son io.
Serse. Tu!
Temistocle.   Sí!
Neocle.   (Dove m’ascondo?) (parte)
Serse.   E cosí poco
temi dunque i miei sdegni?
Dunque...

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