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SCENA ULTIMA

Aminta in abito pastorale, seguito da pastorelli, che portano
sopra due bacili le vesti reali, e detti.

Aminta. Signor, io sono Aminta e son pastore.

Alessandro. Come!
Aminta.   Le regie spoglie
ecco al tuo piè. (si depongono i bacili a’ piedi di Alessandro)
  Con le mie lane intorno,
alla mia greggia, alla mia pace io torno.
Alessandro. E Tamiri non è...
Aminta.   Tamiri è degna
del cor d’un re; ma non è degna Elisa
ch’io le manchi di fé. Pastor mi scelse;
re non deggio lasciarla. Elisa e trono
giacché non vanno insieme, abbiasi il regno
chi ha di regnar talento:
purché Elisa mi resti, io son contento;
ché un fido pastorello,
signor, sia con tua pace,
piú che un re senza fede, esser mi piace.
Agenore. Che ascolto!
Alessandro.   Ove son io!
Elisa. Agenore, io tel dissi: Aminta è mio.
Alessandro. Oh dèi! Quando felici
tutti io render pretendo,
miseri, ad onta mia, tutti io vi rendo!
Ah! non sia ver. Sí generosi amanti
non divida Alessandro. Eccoti, Aminta,
la bella Elisa. Ecco, Tamiri, il tuo
Agenore fedel.
(ad Aminta ed Elisa) Voi di Sidone
or sarete i regnanti;
(ad Agenore e Tamiri) e voi soggetti

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