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SCENA VIII

Sebaste solo.

Cosí dunque tradisci,

disleal principessa... Ah, folle! ed io
son d’accusarla ardito!
Si lagna un traditor d’esser tradito!
Il meritai. Fuggi, Sebaste... Ah! dove
fuggirò da me stesso? Ah! porto in seno
il carnefice mio. Dovunque io vada,
il terror, lo spavento
seguiran la mia traccia;
la colpa mia mi stará sempre in faccia.
          Aspri rimorsi atroci,
     figli del fallo mio,
     perché sí tardi, oh Dio!
     mi lacerate il cor?
          Perché, funeste voci,
     ch’or mi sgridate appresso,
     perché v’ascolto adesso,
     né v’ascoltai finor? (parte)

SCENA IX

Reggia, ara accesa nel mezzo, e sopra essa la tazza preparata pel giuramento.

Serse, Aspasia e Neocle, satrapi, guardie e popolo.

Serse. Neocle, perché sí mesto? Onde deriva,

bella Aspasia, quel pianto? Allor che il padre
mi giura fé, gemono i figli! È forse

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