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il libro di miranda 131

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XXIV.


Dunque si parte. Povero paese,
Sei troppo rude. Resta negli acerbi
Venti della montagna e porta il manto
Silenzioso e triste della neve.
Io son malata d’amore e di core,
Vado via. Nello strepito del mondo,
Sotto un cielo che ride eternamente,
Non so, vicino al mare che sfavilla,
Quello è il mio sito, povero paese.
Così vuole il dottor, così mia madre.
Tal sia, ma verrai meco, o libriccino,
Benché sarà men facile celarti.



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