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134 | miranda |
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Or guardo quella veste e quegli arnesi;
Miei mi paiono insieme e d’una morta.
Sento battere l’ore all’orologio
Della scala. Le conto; mezzanotte.
Se andrò lontana, se della mia casa
Mi punga desiderio ed al ritorno
Non mi reggan le membra, avrò conforto
Forse da questa pagina, ove noto
Le ricordanze estreme. Odo, scrivendo,
Ire e redire il pendolo. Ineguale
Quel battito l’orecchio mi percote.
Or più vibrato ed ora più sommesso.
Ei ci leggeva certi versi un giorno
Di straniero poeta. È un orologio
Che «sempre e mai» ripete, «sempre e mai» .
Questo non è così tranquillo e grave;
Ma soffre, pensa, e subite paure
Sente dell’ora che lo dee far muto.
Le imposte apersi. Un vento caldo spira,
Tace la piova, strepita il torrente,
Sempre più dense fannosi le nubi.
Vado a letto. Vorrei dormir, sognare;
Vorrei sognar che tutto questo è un sogno.