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il libro di miranda 147

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Sente alcun dolce, sin che la speranza,
Quale tenace un’erba della via.
Non vuol morir, benché ferita, oppressa.
Se nell’angoscia delle lotte estreme
Questo debole cor vivere implori,
Il grido della polvere disdegna.
Ch’io noi vegga più mai, che di Miranda
Egli ponga in oblio sembianza e nome.
Sol mia madre mi pianga e le fanciulle
Del mio paese. Sia, dopo la morte.
Di me quel che a Te piace. Oh, Dio pietoso,
Ma ch’egli creda in Te, ch’egli T’adori,
Che gli risplenda la tua gloria in fronte!



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