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il libro di miranda 155

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XXXIX.


«Un poeta!» diss’ella. «Qual ventura
Averlo amato, amarlo ancor, sebbene
Egli non t’ami più! Guardami, Neve
(Così mi chiama ognor quando s’adira),
Tu Inglese esser dovresti ed io d’Italia.
Son laggiù figlie della nebbia, io forse
Dell’oceano, Un poeta! Ei mi amerebbe
Tuttavia; sol discioglierti tu sai.
Eppur t’invidio. Innanzi che ancorarsi
Sopra uno stagno putrido, perire
In mar, discender sopra i fior dell’alghe
Fantastiche, le perle ed i coralli!
Sai che m’attende? Certo un baronetto
Orribilmente placido, assennato
Che vorrà farmi de’ sermoni. Oh caro,
Ma ci divideremo! A ritrovarti
Verrò, ti comporrò col tuo poeta.
Sorrideresti! Neve, tu mi geli!»
Quindi mi cinse colle braccia il collo.

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