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il libro di miranda 163

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XLV.


Sereno. Par che l’aria stessa brilli.
Contemplo dal balcone la chiesuola
Accovacciata sovra un dorso erboso
Col piccioletto campanile accanto,
In mezzo a’ fior’. Teme la neve e ’l vento;
Pur non s’appiatta, nè altro schermo invoca,
Che la propria umiltà. Povera chiesa.
Finalmente, vedrai, sossopra andarne
Ti toccherà. Non basta esser piccini.
Se la fede, l’amor ci porta in alto.
Il vento qui non ha mai posa. Io soffro,
Ma nol dico alla mamma. Se le membra
Son travagliate, cresce del pensiero
Qui la potenza e neppur esso ha posa.
Quattr’anni son che l’intelletto mio
Si trasforma; giammai rapidamente
Come adesso. Se al mondo lo narrassi,
Nol crederebbe. Cresce in me del paro
D’ogni senso l’acume; il tocco lieve
Talor d’un filo d’erba m’addolora.



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