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il libro di miranda 171

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L.


Oggi al Campo de’ fior’ soave nome.
Sovra un abisso cupo, a nereggiante
Montagna in faccia, tremolano al vento
De’ miti fiorellini le miriadi.
Come fuggite là d’ogni montana
Balza falciata e päurose ancora.
Paion le vecchie piante e l’Alpi immani
Del lor timido riso innamorate.
Un falciator, m’han detto, sul recente
Fieno di questo prato addormentossi,
Or compie l’anno, e non rivide il sole.
Non so perchè, m’attrista degli uccisi
Fior la vendetta involontaria.
Il giorno
Moriva quando toccavam l’estremo
Orlo del monte, dove prati e boschi
Si versan d’ogni banda nella scura
Valle. Colà s’aggrappano al pendio
Due capannuccie piccole di pietra.

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