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Strappai con foga amara una selvaggia
Tarantella di Napoli dagl’irti
Nodi e viluppi di tedesche note.
Mi scoppiò dalle man tutta a memoria,
Benché a lungo negletta. A poco a poco
Si spegneano i bisbigli, si scioglieano
I crocchi e, sin dagli usci, intenti volti
S’affisavano in me. Poi m’accerchiâro.
Le ornate lodi e i lusinghier sorrisi
Non mi turbar; mutai vita e natura.
Forte voler anche sul male impera;
Guarir mi sento. Di vigor crescente
Mi ferve il sangue, pur non chiusi ciglio
La notte scorsa, né da un giorno intero
Le labbra mi varcò cibo o bevanda.


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