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il libro di miranda 197

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LXVIII.


Stasera la campana vespertina
Suona più tardi. Non è triste adesso
Il venir della notte. Al di venturo
Meno breve, più tepido si pensa.
Odo parlar la gente che ritorna
Dai campi. Della piova e del sereno
Conversano. Chi guarda la montagna,
Chi ’l corso delle nuvole, chi spia
Il vol d’augelli altissimi ne’ cieli.
Conversar della piova e del sereno
E al cittadin dir nulla; se quest’erbe,
Se queste piante avessero idïoma.
Non saria d’altro il semplice sermone.
Perchè dal cor degli uomini e del volto
Così non s’indovinano i misteri
Di lor fortuna, l’allegrezza e ’l pianto
Dell’indomani? Come adesso l’aria
Tutta odora de’ fiori ancor non nati,
Perchè così non si presente il nostro

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