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il libro di miranda 205

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Forse malore passeggier lo turba
Oltre misura; pur le sue parole,
Il grave aspetto, la dolcezza nova
Della voce oblïar non potrò mai.
Ed a’ pensier’di morte un odïoso
Pensier di vita si confonde, ognora
Oppresso e rinascente. Ah, di qual vile
Creta son fatta?
Antico è l’anellino.
Son due cerchietti neri avviticchiati
Insieme a spira, e sopravi una perla
Di piccioli brillanti incoronata.
Entro v’è scritto in laminetta d’oro:
Ave. Si legge appena. La perluccia
Per tanti flutti non perdè candore,
E come al primo dì brillan le gemme;
Ma la soave timida parola
Cede al tempo e si spegne. Ave! Somigli
Spossato a morte un messaggier che giunge,
Di favellar fa segno e non ha voce.



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