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Le ripetè i color’d’ogni sua veste
E gli scambiati fiori e ’l dove e ’l quando,
Narrò con ira le bugiarde larve
Di vacua fama, di fugaci amori,
Per sempre sperse, sottovoce chiese
Se a piè della finestra le nascea
La reseda tuttor, in sull’estremo
Esclamò che l’amava oltre la vita.
Oltre l’anima; e, folle, non sentìa
Quella soave manina fedele
Pili e più fredda tremar dentro le sue;
Posovvi alfine le infocate labbra.
Ella allor si levò, agitò le braccia,
Un grido mise e cadde.
Tu, che fai?
Non la toccar, nè il meriti, nè giova.
Tace quel cor, nell’ultimo cimento
Da te, da te, solo da te spezzato.
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