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la lettera 27

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Il cammin dell’aratro, frettoloso
175Venne, scoverto il capo, alla padrona.
«Si compiaccia venir Vossignoria
Sull’argin del torrente, ove la piena
Ultima rôse. Tutto si scoscende;
Stanotte pur ne rovinò gran parte.»
180A Miranda la madre allor si volse.
«Tu ritorni?» le disse. «Sì.», rispose
La giovinetta, e verso la lontana
Candida casa torse il passo lento,
Di correr si struggendo e non osando.
185Desïava il segreto avidamente
Della sua cameretta onde fidarvi
Il riso, il pianto che nel gonfio core
Le fervevano insieme. Quando escita
Ben si conobbe del materno sguardo,
190Via sull’erbe volò. Cielo e campagne
Le rideano. Vedea di tenerezza
Pieno l’aspetto della vecchia casa;
E guardando da lunge il campanile
Dell’umile chiesetta del villaggio.
195Un impeto sentì grato nel core,
Un ardore di fede e di preghiera,
Un oblio d’ogni cosa o vile o triste

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