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la lettera 31

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265La madre Vostra ed altri. Il mio buon zio
Casi antichi narrava e dal suo labbro
Pendevan tutti. Voi nella notturna
Ombra fidaste; legger Vi potei
Il segreto dell’anima nel guardo.
270Una cieca vertigine mi colse,
Sopra me stesso mi sentii levato.
Nè salutarci quella sera osammo;
Ma, te partita, ritornai soletto,
Venni l’orme a baciar del picciol piede
275Nell’erbe dietro alla tua lenta veste
A poco a poco sullo stel risorte.
E ti rimembra del sottil volume
Ch’era quel dì sul tuo ricamo? Il nastro
Posar trovai su questi versi ardenti:
280«Quando più ferve intorno a me la danza.
Quand’alto il riso nei conviti suona,
L’anima mia nella sua buia stanza
Di te, di te, solo di te ragiona.

Il dolor, la calunnia, i tradimenti
285M’appresti pur, lo sfido, amaro fato;
Esser potrà il mio cor ne’ suoi cimenti
Da te, da te, solo da te spezzato».

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