Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
la lettera | 39 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Miranda (Fogazzaro).djvu{{padleft:43|3|0]]
Ch’egli diceva: — Non darò Miranda
A chi non l’ami (poveretto!) ed ella
Pria che la man concederà l’affetto. —
450A questo nata egli dicea la donna,
E poi che de’ perigli e della incerta
Sorte pensosa videmi e commossa,
Disse: — Maria, fuggir la sorte è vano,
Accettarla convien. Se dell’affetto
455Rette guidar sapremo le correnti,
Nè vôta è questa testolina bionda,
Forse Iddio ne darà che la fanciulla
Non isbagli sull’ultimo e la sorte
Aspetterem sereni. — Ei m’ha lasciata
460Sola. Quel che potei, feci, Miranda;
E colà dove ha pace, egli, lo spero,
È contento di me. Sui diciott’anni
Sei giunta. Iddio ti benedica! Quando
Anche dovessi andar lontana, Iddio
465Ti benedica!» La fanciulla prese
Una man della madre e la stringea
Senza volger la testa, nè far motto.
«Vedi? operosa è la mia vita; sempre
All’incerto avvenir m’apparecchiai,
470Ci vedremmo sovente, e chi a quell’ora
Più felice di me?»