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la lettera | 41 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Miranda (Fogazzaro).djvu{{padleft:45|3|0]]
Chè a quell’ora soleva il buon dottore
Con lor ridursi a conversar.
Sovente
495All’aprirsi dell’uscio trasalì
Miranda. Quella sera ella temea
Vederlo e desïosa si ritrasse
Pria dell’usato alla sua stanza.
Appena
Varcò la soglia, che cader le parve
500Una larva dall’anima e dal volto.
La sua storia sapean quelle pareti,
Sapeva i sogni l’origlier, sapea
Quello speglio nell’angolo le ingenue
Incertezze di lei che per amore
505Prima venne a guardar s’ell’era bella,
Se grazïose le apparian le vesti;
Ed or con lei parevanle traditi;
Tutto perduto, tutto inutil era,
Le vesti grazïose e la bellezza.
510Tra le pareti e il letticciuol depose
A terra il lume e si lasciò cadere
Sul davanzal della finestra aperta
Verso le vaporose praterie
Dalla luna immortale illuminate.