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VIII.
Forse tu pensi che da’ labbri tuoi
Cadendo si dileguin le parole,
55Come a sommo di placide correnti
Ad una ad una
Si posan lievemente aride foglie,
E senza ombra nè segno
Fuggono mute sulla queta via.
60Invece in me discende
Ogni suon della tua voce soave,
Siccome cosa grave
Scende per acque immobili e profonde.
Presto al guardo s’asconde
65E nell’imo si posa.
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