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il libro d'enrico 83

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IV.


Oltre il mezzo è la notte. Argentea luna,
Dalle squarciate nuvole mi guardi.
60«Poeta,» dici, «indarno ti cercai.
Ove fosti?» Passò, candida luna,
L’ora passò dei nostri dolci amori.
Tra illustri mura fui, tra fiammeggianti
Doppier, vestito a lutto; a cavalieri,
65A dame lessi gl’ispirati versi.
Te pur cantai, perdona, eburnea luna.
Ebbi la ingrata lode degli stolti,
Ebbi il silenzio de’ pedanti arcigni,
Ebbi teneri sguardi, ebbi sorrisi
70E ferite d’occulte gelosie.
Or nella solitaria ombra mi prende
Una stanchezza, un triste scoramento,
E sentendo salir l’allegro canto
Degl’ignoti che passan per la via,
75A te, divina, levo gli occhi e piango.



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