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X.
155Eppur conviene amarle! Hanno portato
A cielo i versi miei, nè alcuna d’esse
Men di quindici dì tenne il volume
Sulle tarsie del tavolin di Francia,
Tra dolci e fiori, candido, odorato,
160Qua e là sgualcito delicatamente,
Come dal tocco lieve delle fate.
Fosse per forza, fosse per amore,
I cortigiani vennero al libraio.
E versi e guanti costami la fama.
165L’ho cercata per voi! Quale sottile
Odor, che in urna cristallina strinse
Artefice valente, c’innamora
D’un fiore ignoto senza uguale in terra,
Così ad amarvi fantasia m’ha tratto.
170Vasi d’ogni eleganza e d’ogni grazia!
Or nel profumo sento i fiori uccisi.
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