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A le divine leggi
Havrò del mio gran Regno.
Ven.Così dunque facciam diletto figlio,
E diportianci in queste quì d’intorno
Selve vicine, fin che tempo fia
D’essequir quanto brami.
Amo.O madre mia, se queste meraviglie
Saranno udite poi da qualche sciocco
Saran credute favole; e nel vero
Saran pur vere cose
Perche non san quel, che sa fare il Cielo,
E che ’l far che sì tosto
Divenga amante un cor disamorato,
E che un’altra invaghisca di se stessa,
Miracoli non sono a i sommi Dei,
Che pon far ciò che vogliono.
Ven. Si figlio.
ATTO |
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