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S E C O N D O. 22

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Già sì deforme, che à fuggir tu m’habbi,
Spietata Ardelia, ecco io ti serbo, ascolta,
Una candida Cerva, un Capro, e un Lupo,
Avezzo à star in un covile istesso,
Co’l mio fido Melampo, e con Licisca,
E fuor di suo costume,
Con le pecore scherza, e con gli agnelli;
E se questo non basta, io ti prometto
Sacrificarti ancor, come à mia Dea,
E far d’Arabi odor fumar gli altari.
Deh, se pietosi preghi hanno in te forza,
Non mi fuggir crudel, non mi negare
Si dolce vista homai, per cui respiro.
Deh, s’à fede amorosa,
Amorosa pietà sperar si deve,
Dovria pur la mia fede
Sperar qualche mercede;
Ma tu, che mai nel core
Non ricevesti Amore,
Sprezzi il mio male, e godi
Di vedermi languire;
E pure, ohime, son di seguirti astretto.
Mir.Deh perche segui, Uranio, chi ti fugge;
Deh, perche fuggi, Uranio, chi ti segue?
Perche ami tu, chi t’odia?
Perche odij tu, chi t’ama?
Deh perche prezzi tu, misero amante,
Una donna crudel, che ti disprezza?
Deh perche sprezzi, discortese amato,


D   2      Una

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