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A T T O

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A lasciarmi legar le braccia, come
Già mi lasciai legar l’anima, e ’l core
Da le sciolte sue chiome.



SCENA TERZA.

Gorgo capraio, e Satiro.

Gor.
D
Amon guarda la greggia,

Ch’io vado a la cappanna a tor del pane,
Del cacio, e delle pere, & altro ancora,
Per far vita serena, essendo ch’io
Altro diletto, che mangiar non provo,
Questi amanti vorrebbon farmi credere,
Che non è cosa al mondo di più gusto,
Nè di maggior contento, che l’amare,
Quand’altri è riamato; e tutto il giorno
M’intronano il cervello, e van dicendo,
Che non dovea concedermi Natura
Altro senso, che ’l Gusto;
Poi che solo son dato
Al mangiare, & al bere;
E che quel del vedere è dato a noi,
Non solo per veder l’alte bellezze
Del cielo, e della Terra;
Ma per veder ancora
La gran beltade di colei, che s’ama,
E per farli vedere,
Per gl’occhi aperto il core.


E di-

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