< Pagina:Myricae.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
72 | myricae |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Myricae.djvu{{padleft:96|3|0]]
e in quel dell’altro fa cader, bel bello,
il suo tesoro d’accattato fimo:
6e quello va più carico e più snello.
Il vinto siede, prova un’altra volta
coi noccioli, li sperpera, li aduna,
e dice (forse al grande olmo che ascolta?):
10E poi si dica che non ha fortuna!
VI
Un piccolo infinito scampanìo
ne ronza e vibra, come d’una festa
3assai lontana, dietro un vel d’oblìo.
Là, quando ondando vanno le campane,
scoprono i vecchi per la via la testa
6bianca, e lo sguardo al suol fisso rimane.
Ma tondi gli occhi sgranano i bimbetti,
cui trema intorno il loro ciel sereno.
Strillano al crepitar de’ mortaretti.
10Mamma li stringe all’odorato seno.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.