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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Naufraghi in porto.djvu{{padleft:22|3|0]] scatola, e per vederlo bisogna pagare, pagare molto.

— Oh va! — ella disse — tu sei un miscredente.

E uscì nel cortile, dove i nipotini si bastonavano: piombò in mezzo a loro e li divise gridando:

— In verità mia, siete tanti pollastri. Eccoli i pollastri, che Dio vi salvi. Cattivi figliuoli! Tutti cattivi!

I bambini singhiozzavano fra lo stridìo dei grilli, nella notte serena.

II.

La mattina seguente Giovanna fu la prima a svegliarsi: dal vetro infisso nello sportello della porta penetrava un roseo barlume d’aurora, e nel silenzio mattutino si sentivano garrire le rondini: ed ella ricordò che quel giorno doveva decidersi il destino del suo sposo. Aveva la certezza della condanna di Costantino, ma si ostinava a sperare ancora. Che egli fosse o no colpevole non pensava affatto, e forse non aveva pensato mai: solo la conseguenza del fatto, la separazione forse eterna dall’uomo amato la torturava. E nel ricordare sentì tanta angoscia che balzò incoscientemente dal letto e cominciò a vestirsi, dicendo con voce anelante:

— È tardi, è tardi, è tardi...

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