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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Il marito dell'amica.djvu{{padleft:123|3|0]]conforto che aveva dopo suo figlio. E Maria restava; presa alle attrattive dell’affetto, della carità; attaccandosi ogni giorno più a quella donna, che avrebbe potuto odiare e che invece amava con un sentimento bizzarro misto di compassione e di abnegazione.

Una sera, Sofia dormiva; Maria erasi indugiata più a lungo dei solito presso il letto, assorta nelle malinconiche riflessioni che scaturivano a lei da ogni oggetto e dai confronti che le riusciva impossibile il non fare — che faceva anche con una gioja amara, l'unica che le fosse ora concessa.

Ella non rifuggiva dai tristi pensieri del suo amore, perchè erano sempre pensieri d’amore, pensieri di Emanuele; e preferiva soffrire con lui, odiarlo anche, anzichè liberarsene, dimenticando.

Il pendolo si era fermato; Maria non sapeva che ora fosse, ma si alzò sbigottita udendo risuonare nella stanza attigua il passo di Emanuele.

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