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Patrizio intanto s’era ridotto colle spalle contro una porta; la faccenda si disponeva piuttosto male per lui; i tre sconosciuti sembravano decisi a tutto, quando l’ombra, guizzando leggera e inavvertita fin presso Patrizio, aperse improvvisamente la porta contro la quale egli stava appoggiato e ve lo trascinò dentro, lasciando ricadere lo sportello che si rinchiuse come un trabocchetto.

Patrizio, caduto naturalmente per terra, si rizzò subito brancicando nel buio per orizzontarsi e mettendosi a buon conto in guardia. Egli aveva appena intravvisto il cosino che gli aveva giuocato quel tiro; non sapeva ancora se si trattasse di un aiuto o di un tranello.

— Chi siete? — domandò a scanso d’equivoci.

Una mano nervosa prendendolo per il braccio lo invitò a seguirla, mentre una voce leggermente alterata ma dolce di timbro gli rispose:

— Amico.

Patrizio salì una ventina di scalini dietro la sua incognita guida e venne introdotto in una cameretta veramente bella e geniale. Fu acceso un lume e allora Patrizio guardò curiosamente il suo salvatore.

Era giovinetto, quasi un fanciullo, colla fronte nascosta sotto lunghi capelli castagni un po’ on-

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