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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu{{padleft:257|3|0]]tanta che aveva dovuto trangugiarne a suo mal costo, le si gettò in ginocchio, abbracciandola, stringendosela sul cuore e mormorando ancora su quella pallida guancia, al posto del primo bacio:

— Non mi fuggirai più... dovessi morire!

O Dio, si anche lei lo baciò perchè sentiva di essere amata ed era fiera e felice della sua vittoria.

Anime innamorate che passate da quel viale, sciogliete un voto alla conversione di Patrizio — e se volete chiedere all’erba fresca, ai fiori olezzanti, al cielo, all’aria, ai sassi, tutto quello che si dissero i due innamorati in quella sera, fate pure. Io ho un’altra cosa a dirvi.

La bella fanciulla che col nome di Gildo e nei modesti abiti del matricolino aveva conquistato il cuore dello studente era sua cugina, venuta appositamente dall’Inghilterra per conoscere il suo futuro sposo e cattivarsene l’affetto indipendentemente da qualsiasi idea d’interesse.

Amarlo non era difficile, ma farsi amare fu il suo vanto e la fortuna d’entrambi.

Il nome di Patrizio restò come una leggenda

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