< Pagina:Neera - L'indomani.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 178 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - L'indomani.djvu{{padleft:189|3|0]] Il segreto del piccolo dente legato insieme alle pietre preziose, quel segreto che aveva tanto colpita la sua immaginazione giovinetta, stava al sicuro nel pudore e nell’oblio della tomba; eppure le sembrava di averla conosciuta, di comprendere i suoi dolori; ed aveva un desiderio ardente di assolverla, di rivederla nella purezza fredda di quel giorno di novembre, assorgere fra le nuvole, e di là sorridere a lei co’ suoi occhi neri.

Ed altre visioni ancora, rotte, fuggenti; lembi di conversazioni, ritornelli di canzoni ignote, battute di walzer; e certi sguardi che non sapeva più a chi avessero appartenuto, e scoppi di risa di bocche invisibili; tutto il suo mondo interno che si agitava, che usciva a far parte del mondo esteriore, fondendosi col cielo, coll’aria, colle foglie cadenti, col silenzio dei prati, colla tavolozza inimitabile delle masse d’alberi, col respiro misterioso della terra e delle acque.

Venivano a lei i lamenti degli alberi sfrondati, dei nidi deserti; venivano le voci occulte dei fili

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.