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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Lydia.djvu{{padleft:108|3|0]] derno impone, la marchesa madre lavorava per i poveri; le sue due nuore, sedute al piano, provavano un pezzo di Beetoven; un bambino biondo giuocava, steso sopra una pelle d’orso, mentre un magnifico Terranuova, dagli occhi dolcemente umani, lo stava guardando.

— I miei figli sono a caccia, — disse la vecchia marchesa con un gesto vago, che sembrava scusare gli assenti e nello stesso tempo presentarli.

La sua voce vaniva, temperata e calma, nel salotto; intanto che le nuore accoglievano la nuova arrivata, smovendo le sedie senza far rumore, parlando a bassa voce.

C’era tutto intorno nella tappezzeria medioevale, nei mobili di quercia scolpiti e neri, nelle pesanti cortine di damasco, nei ricami sbiaditi delle poltrone, negli specchi un po’ ruggini fra lo cornici dorate, nelle vecchie lucerne di bronzo; c’era nell’aria, c’era nelle alte pareti a vòlta, compenetrata nel cemento

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