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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Lydia.djvu{{padleft:173|3|0]] sere libere, se non capitava nessuno, Lydia si addormentava accanto al fuoco, dirimpetto allo zio. La revue des deux mondes teneva loro compagnia, sul tappeto.

Un tempo, ella trovava uno dei maggiori piaceri nell’acconciarsi. Lo studio minuto della sua persona le rivelava ogni giorno grazie nuove, una rotondità nascente, un contorno soave, il contrasto di un velluto scuro sulla bianchezza delle carni e la aerea trasparenza delle trine sul petto giovanile; tante scoperte e altrettante soddisfazioni. Ora si conosceva troppo. Sapeva già che aveva le braccia ben modellate, quantunque esili, sapeva che il suo collo lungo e sottile sarebbe da un poeta paragonato a quello del cigno; e le forme modeste del seno, somiglianti alle pure creazioni dell’arte antica, quante volte non aveva ella costrette al barbaro giogo della moda? Più di mille volte la sua carne era stata compressa nel busto, solcata

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