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Che cosa si aspettava?

Per un malinteso, a un’altra coppia di sposi si aveva fissata l’ora istessa, e la coppia era giunta, lagnandosi di dover ritardare la cerimonia. Appartenevano al contado, avevano il tempo limitato; il conte Colombo, fedele al principio che aveva formato la sua fortuna, non volle assolutamente godere la preferenza, ma la cedette ai poverelli, e insediato coi parenti e cogli amici nella sala attigua a quella dei matrimoni, aspettava il suo turno, come l’ultimo venuto. Discorreva giocondamente col sindaco, intanto che dall’uscio aperto si sentiva la voce del segretario che leggeva il verbale; e l’assessore, rigido, sembrava contare i minuti.

La sposina si avvicinò all’uscio per vedere la coppia che l’aveva preceduta sui due seggioloni di velluto cremisi.

— Che orrore!

Retrocesse, disgustata, portando alla bocca

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