< Pagina:Neera - Lydia.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 174 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Lydia.djvu{{padleft:184|3|0]] a questo mondo bisogna essere o una bestia o un Dio. Non sono abbastanza bestia.... Prendi nota che il mio dolore è questo.

Miss Seymour voleva protestare, ma Lydia le chiuse la bocca colla mano.

— Taci, taci. Tutto quello che potresti dirmi per conto tuo ha il valore di uno, ma ciò ch’io vedo da quasi trent’anni è la moltiplicazione di mille più mila.

Detto ciò, con uno di quegli sbalzi che le avevano creata la traccia di leggerina, saltò al collo di suo zio ridendo e gridando:

— Eccolo qui il mio maritino; il mio maritino ubbidiente, che non mi contraddice, che fa tutto quello che voglio io, e che è fedele.... Nevvero, Don Leopoldo, che siete fedele alla vostra impareggiabile Lydia?

Lo baciò sonoramente sulle due guancie e gli diede un buffetto; con tale straziante pietà di sè stessa, che avrebbe subito cambiata la propria vita coi pochi anni che restavano al vecchio.


Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.