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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Lydia.djvu{{padleft:213|3|0]] forto della vita, si erano chiuse in sé stesse. È difficile fare amicizie nuove passati i trent’anni; e quand’anche un uomo che cammini colla testa in giù e le gambe per aria trova dei curiosi, dei motteggiatori, forse degli ammiratori, ma non degli amici. Così la donna sola. Fra gli strati bassi dell’intelligenza e del sentire assomiglia ai crostacei; nella condizione di Lydia è un ermafrodita.

Lydia comprendeva, qualche volta, la sua falsa posizione, ma non vedeva nessuna uscita; si trovava avviluppata in una rete di malintesi, di calunnie, di malignità, e non sapeva come romperla. Sentendosi in fondo più nobile e più pura dei suoi accusatori, sdegnava una riforma che umiliava troppo il suo orgoglio. — Non faccio niente di male — era la sua scusa a tutto, la sua risposta a tutti.

Ogni giorno cresceva in audacia, in disprezzo delle convenienze; in fondo aveva paura, e i bambini quando hanno paura, gridano forte.

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