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— Non è nulla — esclamò prontamente, impedendo all’avvocato di raccattarle. — C’è un pensiero filosofico nella caduta di queste perle, me lo lasci meditare.

La sua voce aveva ripresa l’intonazione squillante del sarcasmo, temendo di mostrarsi sentimentale.

— Felice notte — disse Calmi, sulla soglia dell’uscio.

— Sempre felici le mie notti! Dormo come un ghiro.

Lasciò ricadere la portiera e tornò a passi lenti nel suo cantuccio.

Tutte le sere veniva per lei quel momento fatale della solitudine; quando, automa smontato, si lasciava cadere nella poltroncina, colle membra rotte e floscie, la faccia lunga, i muscoli del viso stirati, stanchi.

L’ampio letto la chiamava inutilmente. Ella aspirava nell’aria chiusa, mista d’odor di fiori e di sigari, l’ultimo suono che aveva dato l’ap-

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