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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Lydia.djvu{{padleft:252|3|0]] un fremito agitava l’angolo della bocca — per equilibrio, le donne non mi possono soffrire.

— Ed io dunque?

— Sei l’eccezione.

Alla sera, mentre le due amiche si spogliavano, scherzando e ridendo finché fossero in camicia tutte e due, Lydia osservò al collo di Thèa un medaglione appeso ad una catena quasi invisibile ed appoggiato fra le trine del busto.

— È il ritratto di tuo figlio? — domandò, avanzando la mano con un movimento istintivo.

— Sì, sì, di mio figlio — rispose in fretta la baronessa, sottraendosi alla curiosità dell’amica.

I primi quattro giorni trascorsero di volo. Il quinto, all’asciolvere, la baronessa ricevette una lettera, dopo la quale restò preoccupata e nervosa per il resto della giornata. Sul tardi ebbe un lungo colloquio colla madre.

Lydia immaginò che il barone le avesse

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