< Pagina:Neera - Lydia.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 244 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Lydia.djvu{{padleft:254|3|0]] toni. Davanti alla cucina, un contadino con due corbe di frutta, aspettava. Dalle stalle uscivano i nitriti dei cavalli; dalla cucina veniva un odore penetrante di caffè bruciato, e sopra ogni cosa dardeggiava il sole, splendido, già caldo.

Senza piano stabilito, Lydia prese una stradicciuola nei campi; avrebbe fatto venti passi o ne avrebbe fatti cento, questo le era perfettamente ignoto. Appoggiava sul terreno molle la punta dell’ombrellino, gustando il piacere di passeggiare libera, fuori degli sguardi, senza preoccupazione dell’effetto; e siccome la sensazione esterna dominava sovrana sul vuoto del suo cuore e del suo cervello, ella provava un vero benessere, si sentiva più giovane.

Dopo i tentativi infruttuosi fatti in seguito alla lettura di Coppée, ella non aveva più pensato a collegare le sue impressioni con un raziocinio artistico; si accontentava di sentire. Così sentiva la freschezza dell’erba, dell’aria,

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.