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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Lydia.djvu{{padleft:294|3|0]] lorita in confronto al piacere di vederlo e di ascoltarlo!

Una mattina volle provare a uscir sola, senza avvertirlo.

Rifece i medesimi sentieri che faceva con lui, passando sotto gli stessi alberi, spronando, rallentando la corsa; ma come tutto era differente! Che cosa fredda, monotona! Presa da una malinconia atroce spinse il cavallo al galoppo, finché giunse a un gruppo di salici, dove il giorno prima egli si era impigliato colla faccia; ne strappò due o tre ramoscelli, vi immerse le guancie e la bocca, deliziosamente; indi riprese a galoppare come una disperata, gridando nell’aria: Riccardo, Riccardo.


Don Leopoldo non stava troppo bene; aveva i suoi reumi, aveva una coriza; desiderava abbracciare la nipotina.

— Tornerai — diceva Thèa a Lydia, vedendola tanto spiacente nel dover abbandonare la Villa.

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