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Ella, nervosa, voleva scendere subito, ma l’avvocato si lusingava ancora di poterla trattenere:

— Aspetti. Li vedrà uscire. Qui è sicura.

Per un momento Lydia si chetò, poi l’eccitazione la riprese, violentissima. Aveva visto dal fondo della via venire Thèa, a passi lenti e molli, facendo ciondolare l’ombrellino sull’indice. La sua maglia di lustri neri scintillava al sole.

— È lei! — gridò, con una specie di urlo senza suono, che le si perdette nell’ugola.

Thèa passò davanti alla carrozza, voltando la testa dall’altra parte; si fermò un secondo gettando una lunga occhiata in giro, indi scomparve rapidamente nella porta.

— Egli non è venuto — disse Lydia.

Un triste sorriso increspò le labbra dell’avvocato, vedendo come la povera creatura si attaccava alla speranza.

— Egli è già di sopra.

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