< Pagina:Neera - Lydia.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 79 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Neera - Lydia.djvu{{padleft:89|3|0]] deva la lussureggiante capigliatura, variegata come l’iride.

Tutta quell’aria che la circondava, quella luce piovente dal cielo e riflessa dal mare, quel forte odore di catrame e di salsedine la inebbriava, accendendole nel sangue un brulichìo, un bisogno di moto, una vitalità espansiva e comunicativa. Ella fremeva battendo i piedini, che visti così sull’orlo della barca, calzati di scarpuccie iridate, sembravano ali di farfalla. Posava nel sole, davanti alla natura, nella ebbrezza della sua gioventù; posava con arte, ma anche con sincerità, come un mimo convinto della sua parte.

Un’altra circostanza contribuiva a renderla allegra; era la faccia estasiata del duca di Castel Gabbiano, quasi in ginocchio davanti a lei. Quellinfelice aborto, rachitico e vizioso, visto là nell’ampiezza del mare, formava un contrasto piccante, e Lydia, che non pretendeva a nessun sentimentalismo, nè di

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.